RETE INTERCOMUNALE PER LA TUTELA DEI BENI CULTURALI IMMATERIALI
QUADRO INTERNAZIONALE EUROPEO
La Convenzione di Faro (2005) così ha definito il patrimonio culturale:
Il patrimonio culturale è da intendersi nella sua definizione più ampia, quale patrimonio immateriale e di “eredità-patrimonio culturale”. L’eredità culturale è un insieme di risorse ereditate dal passato che le popolazioni identificano, indipendentemente da chi ne detenga la proprietà, come riflesso ed espressione dei loro valori, credenze, conoscenze e tradizioni, in continua evoluzione. Essa comprende tutti gli aspetti dell’ambiente che sono il risultato dell’interazione nel corso del tempo fra le popolazioni e i luoghi; una comunità di eredità è costituita da un insieme di persone che attribuisce valore ad aspetti specifici dell’eredità culturale, e che desidera, sostenerli e trasmetterli alle generazioni future. Tutte le forme di eredità culturale costituiscono, nel loro insieme, una fonte condivisa di ricordo, comprensione, identità, coesione e creatività”.
La Convenzione di Faro del 2005 è stata sottoscritta dagli Stati membri del Consiglio d’Europa ed è entrata in vigore nel 2011. La firma italiana, avvenuta il 27 febbraio 2013, a Strasburgo ha portato a 21 il numero di Stati. Ultima nata fra le Convenzioni culturali internazionali, muove dal concetto che la conoscenza e l’uso dell’eredità culturale rientrano fra i diritti dell’individuo a prendere parte liberamente alla vita culturale della comunità e a godere delle arti sancito nella Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo (Parigi 1948) e garantito dal Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali (Parigi 1966).
La Convenzione non si sovrappone agli strumenti internazionali esistenti ma li integra, chiamando le popolazioni a svolgere un ruolo attivo nel riconoscimento dei valori dell’eredità culturale, e invitando gli Stati a promuovere un processo di valorizzazione partecipativo, fondato sulla sinergia fra pubbliche istituzioni, cittadini privati, associazioni, soggetti che la Convenzione all’art. 2 definisce “comunità di eredità”, costituite da “insiemi di persone che attribuiscono valore a degli aspetti specifici dell’eredità culturale, che desiderano, nell’ambito di un’azione pubblica, sostenere e trasmettere alle generazioni future”.
La Convenzione accorda le politiche di valorizzazione europee su uno spartito che tiene conto dei processi in atto di democratizzazione della cultura e di open government, poiché vede nella partecipazione dei cittadini e delle comunità la chiave per accrescere in Europa la consapevolezza del valore del patrimonio culturale e il suo contributo al benessere e alla qualità della vita.
INIZIATIVE A CARATTERE NAZIONALE
Nel mese di maggio 2017 il Ministero dell’istruzione ha emanato un bando rivolto alle scuole italiane che fa riferimento ai Fondi Strutturali Europei – Programma Operativo Nazionale (PON) “Per la scuola, competenze e ambienti per l’apprendimento” 2014-2020 Asse I – Istruzione – Fondo Sociale Europeo (FSE) Obiettivo Specifico 10.2 – Azione 10.2.5
L’Art.1 dell’avviso ministeriale inviato alle scuole recita che la finalità delle attività che si metteranno in essere attraverso il PON è quella volta al “potenziamento dell’educazione al patrimonio culturale, artistico, paesaggistico. Il medesimo Art.1 ricorda che: Per costruire una cittadinanza piena è fondamentale sensibilizzare le studentesse e gli studenti al proprio patrimonio culturale, artistico e paesaggistico con l’obiettivo formativo di educarli alla sua tutela, trasmettendo loro il valore che ha per la comunità, e valorizzandone a pieno la dimensione di bene comune e il potenziale che può generare per lo sviluppo democratico del Paese.
Sottolinea che: Le iniziative educative mireranno quindi a promuovere la conoscenza del patrimonio nazionale anche al fine di incentivare lo sviluppo della cultura, in vista dell’Anno Europeo del Patrimonio Culturale (2018) promosso da Commissione e Consiglio Europeo.
In merito a questo bando diverse scuole della Sardegna hanno presentato progetti, alcuni anche come rete di scuole.
A LIVELLO REGIONALE
RAS: “Programma Regionale di Sviluppo XV Legislatura 2014 – 2019”
Alla voce Turismo sostenibile si legge: Il progetto intende mettere a valore il vantaggio competitivo che risiede nella qualità e varietà degli attrattori ambientali e nella ricchezza e unicità del patrimonio culturale materiale e immateriale della Sardegna. Si vuole avviare un percorso strutturato di condivisione delle reali potenzialità della Sardegna, rafforzando la componente immateriale del prodotto economico territoriale a vocazione turistica valorizzando la forte identità che integra i fattori di coesione culturale e spirituale, gli stili di vita e le tradizioni. Nel contempo il progetto prevede lo sviluppo del settore inteso quale servizio ed infrastruttura economica direttamente connessa agli altri settori produttivi isolani, in particolare il manifatturiero di qualità, i servizi avanzati e l’agroalimentare. In tale contesto le azioni si contraddistinguono per un forte approccio selettivo che concentra le risorse sui contesti maggiormente in grado di tradurre le azioni di valorizzazione in concrete occasioni di rafforzamento delle economie locali. L’orientamento alla totale sostenibilità del settore necessità di un approccio di sistema, che governi una strategia in grado di valutare e sfruttare le potenzialità specifiche del territorio e valorizzare le strette relazioni e complementarità esistenti tra risorse naturali e culturali e sistema delle imprese. Il progetto concentra la sua attenzione favorendo l’attrattività delle risorse specificamente legate all’identità isolana, prevedendo azioni per l’implementazione e la promozione di prodotti turistici che esprimano l’offerta ed esaltino le specificità della destinazione Sardegna basati sull’integrazione pubblico-privato e sull’innovazione sia dei processi di incoming che dei servizi resi al turista.
Insieme alle numerose iniziative dell’Assessorato della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport; a quelle altrettanto numerose e importanti messe in atto dall’Assessorato del turismo, artigianato e commercio; è in campo la Proposta di legge regionale sulla lingua e cultura sarda che sostituisce e integra la L.26.
PREMESSA
La Sardegna ha un patrimonio culturale e ambientale immenso e di altissimo valore, sia per quanto attiene ai beni materiali (territorio, beni archeologici, centri storici, eccetera) sia, e in particolar modo, per quanto riguarda i beni immateriali intesi proprio nell’accezione, innanzi riportata, della Convenzione di Faro. Un elemento centrale e imprescindibile del patrimonio culturale isolano è costituito dalle espressioni della cultura poetico-musicale diffuse e praticate nelle diverse aree della Sardegna. Si tratta di una parte importante dell’eredità culturale specifica della Sardegna che merita di essere sostenuta e trasmessa alle generazioni future.
Queste espressioni culturali sono però sostanzialmente escluse o ampiamente sottovalutate – quando non travisate nel loro significato e nel loro valore – nell’ambito dell’offerta formativa proposta nelle scuole, nelle politiche culturali e nella progettazione dei singoli Enti, nelle azioni della associazioni e dei privati in genere.
Per espressioni poetico-musicali sarde si intende qui riferirsi a quelle cosiddette di tradizione orale e specificatamente:
- Le diverse espressioni della poesia orale e le quattro forme principali dell’improvvisazione poetica.
- Il canto a quattro voci sacro e profano ovvero i canti liturgici e paraliturgici tradizionali e il canto tenore
- Le launeddas
- Il canto sardo accompagnato dalla chitarra detto “cantu a chiterra”
- La musica per le danze sarde e la coreutica
Il patrimonio culturale immateriale che si incarna in queste espressioni ha una natura complessa. Pertanto, la trasmissione delle pratiche e delle conoscenze ad esse relative richiede un percorso di formazione specifico. In particolare, quello che appare particolarmente rilevante e urgente è che si diffonda, presso le nuove generazioni, una sensibilità e una consapevolezza del fatto che quanto si esprime attraverso la dimensione dell’oralità poetica, nelle forme uniche ed estremamente raffinate che sono maturate in Sardegna, rappresenta una parte essenziale, e di innegabile valore, del patrimonio culturale che caratterizza e definisce l’essere e il sentirsi cittadini della Sardegna. Questo riconoscimento non cancella altri valori né conduce a minimizzare altri tipi di espressione, ma implica la coscienza del fatto che un’identità culturale non può essere frutto di un’operazione astratta, non può scaturire da un atteggiamento viziato da provincialismo, non può derivare dal solo guardare, affacciandosi alla finestra, quanto di valido viene prodotto nei grandi centri di produzione culturale, o viene diffuso attraverso i mezzi di pubblicazione di massa.
CRITICITÀ
Le comunità sarde vivono oggi un momento di gravi difficoltà prevalentemente legate a contingenze economiche negative che hanno determinato un aumento della disoccupazione ed in particolare della disoccupazione giovanile. Conseguentemente si assiste ad un progressivo spopolamento dei centri più piccoli e specialmente di quelli del territorio dell’interno dell’isola.
Tali fenomeni demografici determinano problemi di coesione sociale e perdita di parte delle espressioni comunitarie identitarie. I riti comunitari, le espressioni culturali specifiche, insieme alla lingua locale e alle produzioni tipiche, hanno da sempre costituito una fondamentale risorsa delle comunità isolane. Il senso di appartenenza è un importante leva che ha sempre favorito la coesione sociale. Gli aspetti culturali, in particolare quelli relativi ai beni immateriali della cultura orale delle comunità, risiedono nei singoli individui e nei gruppi organizzati, sono un insieme di competenze apprese e condivise all’interno delle comunità stesse e sono strettamente connesse con la vita comunitaria e indissolubilmente legate alla sorte delle comunità stesse. Esse, al pari delle comunità, hanno bisogno oggi di un aiuto concreto, tramite azioni mirate, al fine di evitare una perdita irreparabile.
Si assiste oggi a mancanza di fiducia da parte dei sardi nelle proprie capacità di incidere sui problemi e sulla realtà economica; i paesi appaiono incapaci di rispondere alle nuove esigenze del mercato del lavoro e lo stesso stile di vita dei piccoli centri assume sempre più spesso connotati negativi. Di conseguenza le nuove generazioni cercano altrove la soluzione ai problemi lavorativi ed occupazionali in genere e inseguono modelli comportamentali e forme di aggregazione social e comunicazione di matrice esterna che purtroppo sono talvolta solo dei palliativi, degli specchietti per le allodole.
LA PROPOSTA
Partendo dalla consapevolezza che la Sardegna rappresenta oggi uno dei territori più ricchi di tutto il panorama europeo per quanto attiene alla presenza e al valore dei beni culturali e in coerenza con quanto avviene nella penisola e in tutta Europa, occorre a nostro avviso intervenire a partire dalla valorizzazione dei beni culturali materiali e immateriali e dei riti comunitari ad essi connessi, per ridare forza e credibilità alle comunità stesse, per infondere fiducia nei singoli individui, creando nuove prospettive di sviluppo basate sulle produzioni locali e sul turismo culturale e ambientale.
L’incontro di Solarussa del 16 dicembre 2017 trova ragione d’essere nella necessità di organizzare un’azione coordinata e coesa tra le diverse istituzioni a partire dai comuni, un’azione che attraverso il contributo di idee, di risorse e di esperienze di ciascuna comunità, dell’ISRE e degli operatori culturali riuniti in CAMPOS, possa trovare energia e strumenti per superare positivamente l’attuale stallo e il conseguente senso di impotenza che affligge oggi le amministrazioni locali chiamate a confrontarsi con problematiche generali e complesse con i pochi mezzi di cui dispongono.
Gli artisti e gli operatori culturali di tutta la Sardegna riuniti in CAMPOS ritengono che su tutto ciò sia urgente una comune riflessione. Quello di Solarussa vuole essere il primo di una serie di incontri attraverso i quali si costituisca la rete intercomunale capace di progettare e mettere in atto iniziative di alto valore culturale, sociale ed economico, di coordinare le azioni dei singoli, di favorire collaborazioni e generare sinergie, di accrescere la capacità di intercettare risorse non solo regionali e nazionali ma anche e in special modo europee. Una rete che possa proficuamente collaborare con la RAS, con l’ISRE e con gli altri Enti pubblici e privati che a vario titolo operano per lo sviluppo culturale, sociale ed economico della Sardegna.
DESCRIZIONE SINTETICA DELLE PRIME ATTIVITÀ DA METTERE IN CAMPO
- Realizzazione di una rete intercomunale finalizzata alla valorizzazione e tutela dei beni culturali, in particolar modo di quelli immateriali.
- In collaborazione con le amministrazioni locali e con il coinvolgimento delle associazioni e degli operatori culturali, sarà condotta un’attività di ricerca che si avvarrà dell’ausilio di esperti in ricerca sul campo, antropologi ed etnomusicologi, finalizzata da un lato a censire e fare un inventario dei beni e della loro presenza attiva nella comunità locale e sarda, e dall’altro lato a consentire una presa di coscienza della quantità e qualità dei beni presenti e delle opportunità sociali ed economiche ad essi connesse.
- Si organizzeranno nei singoli paesi momenti di incontro/confronto che favoriscano la riflessione sui beni culturali, sul loro valore per la comunità e per i singoli individui.
- Gli incontri coinvolgeranno oltre che gli operatori culturali ed i portatori dei singoli beni della cultura orale, anche i diversi soggetti che operano nel settore delle produzioni tipiche e della ricettività turistica.
- Partendo dalla considerazione che eventuali azioni isolate non avrebbero la forza per incidere su una realtà complessa e diffusa, tutte le attività si svolgeranno in parallelo (anche se in momenti diversi) nei vari centri e saranno improntate al confronto a alla collaborazione reciproca per definire azioni e progetti sinergici comuni da realizzarsi in rete.
- Tra le azioni di maggior rilievo vi sono quelle relative all’incentivazione delle pratiche musicali (in particolare di quelle legate alla tradizione orale sarda e che sono comprese nelle nove arti poetico-musicali riunite in CAMPOS) creando situazioni che favoriscano tali pratiche e individuando luoghi e contesti sui quali intervenire al fine di renderli sempre più idonei alla fruizione comunitaria condivisa.
- L’associazione CAMPOS collaborerà con le comunità per favorire inoltre i processi tradizionali di apprendimento e, qualora ve ne fosse bisogno, di rigenerare tali pratiche insieme ai relativi contesti.
- Altre attività previste sono gli incontri periodici tra amministratori, operatori culturali, e responsabili della associazione CAMPOS per promuovere la costituzione della rete intercomunale, per coordinare le attività, verificarne l’attuazione e misurarne l’efficacia (per quanto possibile nel breve periodo).
- Sarà predisposto un portale Internet di rete, nel quale ciascun comune, ciascuna arte tradizionale e i singoli operatori avranno la possibilità di far conoscere beni culturali specifici, prodotti tipici, attività promosse, offerte turistiche.
OBIETTIVI
L’obiettivo principale è quello di rivitalizzare le comunità locali sarde a partire dalla presa di coscienza del valore della propria cultura e della sua specificità.
Favorire il formarsi di un sistema coeso di azione comune tra i diversi operatori all’interno delle comunità paesane: operatori culturali, artisti, artigiani, operatori economici in genere e tutti coloro che operano nel settore della ricettività e del turismo.
Promuovere le comunità e le loro specificità all’interno del sistema turistico regionale, nazionale e anche internazionale.
Accrescere la consapevolezza delle potenzialità sociali ed economiche derivanti dalla valorizzazione della vita comunitaria.
Promuovere il sistema comunitario come strumento di creazione di nuove opportunità lavorative sia nei settori principali delle produzioni tipiche, sia in quello dei servizi e sia nel settore più prettamente turistico della ricettività e della ristorazione.
Creare un sistema di interconnessione, una rete intercomunale che consenta ai singoli comuni di poter accedere a progettazioni in ambito nazionale ed europeo destinate alla valorizzazione delle lingue e delle culture minoritarie.
Operare in rete per mettere in atto azioni condivise che il singolo comune non potrebbe realizzare isolatamente, specialmente nel campo dell’informazione e della comunicazione.
Promuovere e rendere fruibili i beni culturali immateriali della tradizione poetico-musicale sarda, al di fuori del ristretto ambiente dei musicisti e cantori, e con loro promuovere le comunità che rappresentano i contesti e di naturale fruizione.
RISULTATI ATTESI
Tutela dei beni culturali e in particolar modo di quelli immateriali all’interno delle comunità sarde.
Promozione dei beni culturali e presa di coscienza che le arti poetico-musicali di tradizione orale non sono semplici oggetti di rappresentazione folclorica ma beni culturali di alto valore identitario capaci di generare sistemi sociali coesi e economicamente produttivi, come accade in tutte le realtà moderne economicamente avanzate che si basano appunto sulla valorizzazione dei propri beni culturali e sulle produzioni tipiche d’avanguardia.
Accresciuta consapevolezza della capacità delle comunità isolane di produrre occasioni di sviluppo economico e sociale.
Costituzione di una rete intercomunale che, in collaborazione con gli Enti preposti, con le associazioni, con le aziende e con i cittadini sardi, consenta una promozione delle singole comunità e del territorio isolano nel suo insieme.
Accresciuta capacità di rispondere alle istanze delle nuove generazioni, sia in termini domanda/offerta di lavoro che in termini di qualità della vita comunitaria.